lunedì 2 maggio 2011

Per me è un 8 pieno.

An epic of epic epicness. <3

 Tanto per cominciare, ho capito perché ho sempre accuratamente evitato di andare a vedere film in 3D. È inutile, deleterio per gli occhi e si vedono dimmerda le immagini, la definizione dov'è? Eh? Si vede molto meglio in 2D, diamine!


E tanto per ribadire, quando alla fine del film le uniche fomentate del gruppo eravamo io e la mia amica Chiara, ed essendo io e la suddetta notoriamente nerd, almeno in fatto di fumetti e fantascienza, insomma, quando noi due eravamo gasate e galvanizzate mentre il ragazzo di Chiara e mio fratello hanno ammesso candidamente di essersi addormentati alla grande, qualcosa avrà pur voluto dire. Per questo parlerò di Thor (essì, parlavo proprio di lui) da fumettara incallita quale sono, giacché mi riesce piuttosto difficile assumere il punto di vista del neofita o di quello che è andato al cinema solo per vedere della sana azione, o ancora quello che vuole controllare se i miti norreni sono stati trasposti bene. Ecco, dimenticatevi che rimanga equilibrata e oggettiva nel giudizio di questa pellicola, perché ci sono almeno tre cose che mi faranno sempre e comunque dire che questo sia uno dei migliori film Marvel che abbia mai visto:
1) Kenneth Branagh;
2) il fumetto;
3) Loki.
C'è poco da dire su Kenneth Branagh: è bravo, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Poi, quel tocco immancabilmente shakespeariano che lo ha sempre contraddistinto l'ha portato con tutto il suo peso e la sua responsabilità in questa saga mitologica - dove le divinità parlano in quel modo così arcaico e pomposo, giustamente - che avrebbe avuto tutti i potenziali per essere ripresa e reinterpretata dal bardo di Stratford. Siccome non l'ha fatto lui, ci hanno pensato Stan Lee e Jack Kirby, poi Walt Simonson, poi Straczynski (cazzo de nome impronunciabile!) con Olivier Coipel e altri, che vengono citati e omaggiati nei titoli di coda del film. Dunque Branagh bravo regista, bravi gli autori, bravo anche Shakespeare. Così, perché ci sta bene. xD
Quanto al fumetto, beh, si può dire che ne abbia scoperto le potenzialità tardi, ma a livello narrativo Thor offre un sacco di spunti, gestibili su due fronti: quello asgardiano, con le divinità, gli intrighi di Loki e quegli scenari da magniloquente trip in acido che ti fanno rimanere a occhi sgranati per la grandiosità; dall'altro, il fronte terrestre, con la vita quotidiana e piena di 'difetti' del mite dottor Donald Blake (la cui componente nel film è ridotta veramente ai minimi termini, ma tutto sommato non ho niente di particolarmente fanatico da dire al riguardo). La forza delle storie di Thor sta proprio in quest'ambivalenza, anche se lì per lì si ritiene il Dio del Tuono un biondone muscoloso e tracotante. La cosa buffa è che, appunto, finché il contesto rimane Asgard lo si osserva e si dice 'và che arrogante!', però sempre con quella certa dose di timore reverenziale (è pur sempre una divinità, eh!), ma appena si ritrova sulla Terra e inizia a sproloquiare con quel suo strano gergo shakespeariano (ancora lui!) solleva un moto di risolini, come a dire 'và che imbecille!', e stavolta con tutta la sfacciata irrisione che si può mostrare a un nostro pari. Insomma, Thor funziona non solo per la sua parte divina, ma anche - e soprattutto - per quella umana, che è indispensabile per la sua crescita caratteriale che lo porta ad essere un dio tra gli umani, senza nè che loro ne provino soggezione, tantomeno che lui cominci con uno dei suoi pistolotti da iosòforteiosòbellohulkspaccaiodipiù, tipici del pre-punizione.
Per finire, Loki.

 solo io e Chiara ci abbiamo visto del sano slash irrisolto tra questi due?

Beh. Starei ore a parlare di quello che penso essere il cattivo più figo della Marvel, uno che nelle leggende nordiche si faceva girare il boccino, così a caso, di combinare qualche marachella con esiti da incazzatura collettiva (tipo quando fece uccidere Balder trafiggendolo con il vischio, unica cosa al mondo in grado di ucciderlo. A proposito, Balder nel film non c'era.)

 Però c'erano quei fighi dei tre Guerrieri - Hogun, Fandral e Volstagg - un'invenzione tutta marvelliana ma efficace.

Ecco, guardateli, osservateli, e ditemi se non sono la copia vichinga/unna/avetenotatocheFandralsomigliadafareschifoaKennethBranaghdagiovane? dei tre moschettieri.

Appunto, dicevamo che Loki si prende la briga di ordire intrighi un po' a caso; riveste, oltre al male necessario a preservare l'equilibrio, il ruolo di trickster: il buffone, l'ambiguo, anche sessualmente. Si sa che insomma Loki è un personaggio controverso (anche in Sandman faceva alquanto incazzare e tra l'altro usava anche il fuoco, dalla cui etimologia pare provenga il suo nome) e come tutti i personaggi controversi fa discutere. Ordisce trame, fa e disfa, gioca al suo gioco sempre e comunque, usando spesso come pedine i suoi sodali: sa, insomma, dove colpire. Conosce i punti deboli di chi ha intorno e non si fa remore ad utilizzarli, ma nel fumetto la sua perfidia assume una connotazione totalmente introspettiva ed emotiva: naturalmente predisposto all'inganno, soffre anche di evidenti complessi di invidia nei confronti di Thor, suo fratello maggiore. Il tutto raggiunge l'apice nel momento in cui scopre che non è neanche figlio naturale di Odino, ma del gigante Laufey, e qui inizia (nel film, eh) tutta una serie di menate e seghe mentali, insomma va a finire che per dimostrare a Odino di essere ben più meritevole di Thor del trono degli dèi ordisce un pateracchio con i giganti di ghiaccio al fine di risolvere la magagna e far vedere che lui non si fa prendere dall'impeto della battaglia come il fratellastro. Sono desolata per l'impegno - sul serio, tutto quello sforzo cerebrale e nemmeno un 'grazie?' e la gratitudine?! - ma Odino scuote il capo in un grande no e quindi affossa completamente la poca autostima che già era ben minata in lui. Quindi, ecco, Loki non è più il giullare delle leggende nordiche: è vero, parte a ordire i suoi gran piani che inevitabilmente gli sfuggono sempre di mano, si caga sotto e cerca di aiutare i cosiddetti buoni a sconfiggere la minaccia di turno, senza nessuno che si fidi di lui, e spesso ci rimette anche le penne, ma tanto sappiamo benissimo che è immortale - almeno fino al prossimo Ragnarok - e che appena si rimette in sesto ricomincia pari pari a fare le sue brave cappellate; ma lo spessore psicologico e drammatico che emerge dalla sua figura lo rende il villain più interessante e drammatico di tutto il panorama Marvel. Almeno per quanto mi riguarda. E nel film mi ha stupito piacevolmente, perché l'ho osservato nei suoi movimenti, nelle espressioni facciali, in quel che dice e in come lo dice, e mi sono detta che meglio di così non avrebbero potuto farlo. Onore a Tom Hiddleston, che è stato semplicemente sublime. Anche il resto del cast è azzeccatissimo, a esclusione della stagista di Jane Foster, Darcy, che proprio non ne ho capito l'utilità e non era nemmeno così divertente.
Quindi, in definitiva, togliendo alcune discrepanze tra fumetto e film, togliendo Darcy, e togliendo quel fottutissimo 3D, è un 8 pieno.
P.S. guardate anche dopo i titoli di coda. Vi conviene :°D
P.P.S. tra l'altro nella colonna sonora c'è un pezzo dal nuovo album dei Foo Fighters, Walk. Meriterebbe un mezzo punto in più solo per questo *_*
P.P.P.S. (ora la smetto, promesso) che nessuno rompa i coglioni con la storia di Heimdall nero. Ci stava bene ed era un figo, period.