venerdì 14 settembre 2012

Cara, si è rotto il rubinetto...

 
Ogni tanto mi rimetto a guardare film a caso, perché la mattina mi sveglio con quel pallino e diciamo che finché non l'ho esaudito non potrò essere contenta. Lo faccio più o meno con tutto, non solo con i film, il che suppongo denoti una sorta di maniacalità quasi patologica; ma il fatto è che i film, perlomeno quelli interessanti e che ti lasciano quel vago senso di incompiuto nelle budella, penso vadano guardati almeno due volte per poterli capire. È una considerazione che ho maturato venerdì scorso, quando sono andata a vedermi per la seconda (!) volta The Dark Knight Rises e ho iniziato a mettere insieme pezzi del puzzle che prima non solo non sapevo dove incastrare, ma neanche avevo scorto nel marasma generale, tipo il ricorrere continuo alla metafora della maschera. Magari ci tornerò più avanti.


Insomma, questo pistolotto per introdurre il tema del post: 500 Giorni Insieme (2009, Fox, regia di Marc Webb). Che in soldoni potrebbe essere riassunto così: un film su un segaiolo - più che altro mentale, ma non escluderei a priori anche l'altra accezione, quella tradizionale, del termine - e una stronza insensibile che però ti aveva avvertito, che voleva solo trombare. E tu non le hai dato retta.
Roba che uno si avvicina con curiosità, spinto dalla catalogazione sotto la dicitura "commedia", lo guarda e capisce che la commedia arriva fino a un certo punto, ma gli piace, perché è obiettivamente fatto bene e non parla solo dello sfigato e della stronza: Marc Webb è un regista di incredibile freschezza, ha delle trovate molto intelligenti e poi c'è un cast pazzesco e in formissima, a cominciare dai due protagonisti Joseph Gordon-Levitt (arieccolo!) e Zooey Deschanel
Niente fantascienza, niente orrore, al massimo qualche chicca nerd, perché qui si parla della vita quotidiana, e a volte viene da pensare che la realtà ci esca anche dal naso, che la visione di film come questo venga perpetrata e reiterata al solo scopo di farsi del male gratuito quando a volte una sana botta di fantasia potrebbe risollevare gli animi. 
Tuttavia, poco me ne importa: continuo a guardarlo, e amarlo, e bramare la parete a lavagna di Tom (con la finezza della testata del letto disegnata a gessetto), e sperare di riuscire a fare qualcosa di simile registicamente parlando, perché va detto: è una piccola perla. La costruzione stessa dell'intreccio è particolare, fa avanti e indietro in questi fantomatici 500 giorni - tanto è durato il "rapporto" tra Tom e Summer (in italiano Sole. Perché, mi chiedo. Perché.) - li racconta attraverso piccoli estratti di quotidiano, conversazioni, gusti personali, atteggiamenti, citazioni a manetta (tipo lui che va a comprare il latte in accappatoio come il Drugo, oppure la sua scappata solitaria al cinema, dove la sua mente proietta i suoi tormenti sullo schermo, in evidenti richiami alla Nouvelle Vague e alla famigerata scena della partita a scacchi sulla spiaggia de Il Settimo Sigillo, stavolta non con la Morte ma con Cupido), stralci a mo' di documentario - che, come insegna il buon vecchio Woody Allen, possono essere veramente utili quando si tratta di delineare i personaggi - e differenze abissali tra le aspettative e la realtà tratteggiate con efficacissimi split screen che terminano con la resa all'evidenza, con lo scontro ideologico tra i due mondi che si risolve in uno scorcio stradale notturno, la perdita di colore e la trasformazione in disegno a matita e, infine, l'implacabile gomma che cancella tutto e lascia solo un bianco sporco e vuoto.
E al di là dei tecnicismi e dei divertissement, l'esordio cinematografico di Webb, nato come regista di videoclip (e si vede) comunica qualcosa di importante: racconta una storia che non è d'amore ma che racchiude in sé tutte le cose belle e anche le incomprensioni di una relazione, le urla, i piatti rotti ma pure le risate e i giochi stupidi (come gridare la parola pene in mezzo a un giardino pubblico affollato oppure fare i coniugi felici di casa all'Ikea e fregarsene della famigliola che ti fissa allibita, perché il succo è che quando stai bene con qualcuno t'importa una ricca sega del resto), al punto che quando Tom si incazza con Summer e le dice chiaro e tondo che due amici non farebbero tutto quello di cui, invece, loro non si sono privati, noi spettatori siamo con lui, diciamo "ha ragione", ci dimentichiamo dei paletti che pure la ragazza aveva fissato, perché sarà anche uno sfigato alla ricerca dell'amore perfetto, il caro Tom, e ci sbatterà il naso con un dolore inconcepibile, ma alla fine la sacra verità del mondo la scopre e la condivide con tutti noi.
La trombamicizia è una paraculata stellare.

4 commenti:

lightingcloud ha detto...

j'adore, splendido articolo. e m'hai fatto venire voglia di vederlo, io ne ero stato lontano ché dal titolo mi puzzava tanto di quelle robe tipo "40 volte il primo bacio" (o come cazzo s'intitola) e robe da commediola romantica simili che sinceramente proprio bleah.

CleaStrange ha detto...

E invece no, hai visto? xD

Musashi_87 ha detto...

Eh, pure io quando vidi la locandina pensavo fosse la solita cazzata, invece mi è proprio piaciuto :D Grazie, Fra', e i più sinceri complimenti per com'è scritto l'articolo :*

CleaStrange ha detto...

:*